Iguvium
Gubbio (PG)

Iguvium, importante centro di origine antichissime, che ha restituito uno dei documenti scritti più importanti della regione, le tavole iguvine, rinvenute in subterranea concamerazione nei pressi dell’area del teatro, fu un centro umbro di grande importanza, che già agli inizi del III sec. a.C. strinse dei trattati di alleanza con Roma, tanto da avere il privilegio di dotarsi di una sua zecca locale per l’emissione di monete. Il suo rapporto di stretto legame con la capitale continuò anche nei secoli successivi, quando, ad esempio, la città si legò strettamente alla figura di Cesare.

La posizione dell’originario centro umbro, del quale poco conosciamo, ma che viene citato anche nel testo stesso delle Tavole Eugubine, si può considerare grosso modo corrispondente a quella del borgo attuale, esteso sulle pendici del Monte Ingino e racchiuso da una cinta muraria quasi del tutto scomparsa, ma ricostruibile in base alle poche tracce rimaste e ai documenti di epoca altomedievale.
Da quanto sembra possibile ipotizzare, anche in base all’andamento dei quartieri medievali, l’impianto doveva essere basato su moduli ortogonali.

Documenti del 1500 ci informano però che la città di Gubbio era “… tutta nel piano molto dilargata, per modo che Gubbio Piana si diceva, ornata di belli edifici, tempi, theatri et anphiteatri imperiali, come in molti luochi ancora si conservano le vestigie…”.

Questo passo fa chiaro riferimento all’area denominata della Guastuglia, posta a sud – ovest rispetto al centro medievale, una zona ancora non del tutto urbanizzata, dove le varie ricerche archeologiche finora effettuate hanno permesso di ottenere una serie di dati di estremo interesse.

Nel corso del II sec. a.C. prese probabilmente corpo la volontà di andare ad estendere l’area urbana proprio nell’area della Guastuglia, di per sé già regolare e pianeggiante.

Tracce di un grande scarico di materiale ceramico databile tra IV e II sec. d.C. in loc. San Biagio, sembrano offrire una prova di questo intervento urbanistico avviato nel corso del II sec. a.C., con lo scopo di regolarizzare l’area su cui si sarebbe poi sviluppata, nel corso del I sec. a.C. ed oltre, la nuova area di Iguvium.

Tutta l’area era ed è ancora delimitata da un muro di terrazzamento in cementizio e blocchi calcarei, conosciuto come vallum, del quale restano cospicue tracce ancora conservate.

Al momento è nota l’estensione generale dell’area, segnalata appunto dal muro del vallum, la presenza di almeno due assi viari, vari residui di domus, tra cui spiccano quelle del Banchetto e di Scilla, resti di un impianto termale, un’area sacra con tempio e porticato emersa durante gli scavi condotti dall’Università di Perugia, la possibile posizione di un’area forense, o comunque di uno spazio pubblico aperto ed infine, unico monumento restato sempre visibile, il teatro. Al di fuori del vallum si estendevano le aree di necropoli.

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